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La Nazione Napoletana

La Nazione Napoletana
controstorie borboniche e identità suddista

  • ISBN: 9788851127404
  • Editorial: UTET Giuridica
  • Lugar de la edición: Torino. Italia
  • Encuadernación: Rústica
  • Medidas: 24 cm
  • Nº Pág.: 351
  • Idiomas: Italiano

Papel: Rústica
22,85 €
Sin Stock. Disponible en 5/6 semanas.

Resumen

Fino alla firma della resa con l’esercito piemontese il 13 febbraio del 1861, per più di quattro generazioni la dinastia dei Borbone aveva regnato nell’Italia meridionale, Stato autonomo e indipendente che fu per sette secoli la “Nazione napoletana”. Un Paese con una propria economia, una propria industria, un proprio esercito, un proprio inno nazionale; un Paese con valori riconoscibili, condivisi dai suoi abitanti, da Gaeta in giù. Per molti di loro, l’unità d’Italia rappresentò la fine del mondo che avevano conosciuto e nel quale si identificavano. In molti reagirono all’occupazione. Eppure, mentre di Cavour, Garibaldi e Vittorio Emanuele II si sa quasi tutto, pochissimi sono i libri che raccontano le storie degli ufficiali e dei soldati che scelsero di rimanere fedeli al Regno delle Due Sicilie e si opposero ai piemontesi. Uomini che dopo la sconfitta dovettero affrontare umiliazioni, processi e prigionie. Non erano tutti aristocratici o assolutisti: in tanti erano liberali, alcuni avevano combattuto nella Prima guerra d’indipendenza nel 1848 e condividevano il sogno di un’Italia federale; ma quasi tutti furono bollati come retrogradi, reazionari, sbandati, e cancellati dalla memoria comune.

Le storie qui raccolte dallo studioso meridionalista Gigi Di Fiore restituiscono un Risorgimento “al contrario”, visto e vissuto dalla parte degli sconfitti: storie di eroismo e coraggio, come quella di Francesco Traversa, morto sotto i bombardamenti durante il lungo assedio di Gaeta; storie di fede e determinazione, come quella del magistrato Pietro Calà Ulloa, l’ultimo capo del governo borbonico; storie di ribellione, come quella dei lavoratori dello stabilimento di Pietrarsa, che dettero vita alla prima rivolta operaia dell’Italia unita.

Quello di Di Fiore è anche un viaggio in un passato che spesso appare ancora presente: gli insulti razzisti nelle aule di Palazzo Carignano, sede del primo parlamento italiano, non sono poi così diversi da quelli che a volte si ascoltano oggi a Montecitorio; così come i pregiudizi contro i cosiddetti “terroni” restano una costante dell’Italia almeno dall’epoca della sua unificazione, come testimoniano le parole di figure di spicco di quegli anni quali il deputato Mellana, il generale La Marmora o l’antropologo Niceforo.

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