I recenti sviluppi giurisprudenziali in tema di danni non patrimoniali (le cinque pronunce della Cassazione del maggio 2003 e la sentenza n. 233 del 2003 della Corte costituzionale) suggeriscono un ripensamento sistematico della materia. Il volume si propone un'opera ricostruttiva articolata in due parti. Nella prima vengono affrontate le questioni teoriche interne alla responsabilità aquiliana: il ruolo dell'art. 2 C. nell'interpretazione dell'art. 2059 c.c.; i lineamenti della nuova disciplina; la ricostruzione del contenuto dei danni non patrimoniali. Tale evoluzione genera inevitabilmente riflessi, che vengono indagati: nel settore contrattuale; nell'ambito dell'Inail; sul versante processuale nonché sul piano dei rapporti fra danno morale e danno alla salute, analizzati nella prospettiva medico-legale. Infine, la rinnovata disciplina viene posta a confronto con il panorama europeo, ricco di fermenti sul tema dei danni non patrimoniali. La seconda parte del lavoro ha, invece, un impianto prevalentemente operativo, in quanto si propone di fornire un orientamento all'interprete nella liquidazione equitativa dei danni non patrimoniali. In particolare, sul modello dell'esperienza tedesca delle Schmelzensgeldtabelle, vengono costruite tabelle, ordinate per tipologie di interessi lesi, al cui interno sono schematicamente inseriti i dati, estrapolati dalle singole pronunce, che rilevano ai fini della quantificazione dei danni non patrimoniali. Il duplice obiettivo è quello di rendere il più possibile agevole per l'interprete il confronto ragionato con i precedenti giurisprudenziali e di ridurre l'eccessiva divergenza fra le soluzioni accolte nei diversi Tribunali.